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(martedì 29 luglio 2014)
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Rabbia
LE BANCHE: "ADESSO RENZI PAGHI I DEBITI DEL DS
01:27 DEL 20-07-2014
Il tribunale ha emesso i decreti ingiuntivi per 110 milioni a favore delle banche che prestarono i soldi a L’Unità e i Ds si adoperarono perché a pagare fosse in seguito Palazzo Chigi
I debiti li hanno fatti l’Unità e i Ds, ma a pagarli sarà lo Stato. Ed è una cifra che fa paura: 110 milioni di euro. Poche settimane fa tre pool di banche, capitanati da Intesa San Paolo, Bnl e Banca Popolare, hanno ottenuto dal Tribunale di Roma l’emissione di altrettanti decreti ingiuntivi contro la presidenza del Consiglio dei ministri, per avere indietro i soldi prestati al quotidiano fondato da Antonio Gramsci e gestito fino al 2001 assai male, a vedere i risultati dai Democratici di Sinistra. La sentenza non è esecutiva, La decisione finale è prevista a ottobre.
Come mai a pagare questi debiti deve essere lo Stato? Per capirlo ci tocca fare un passo indietro, a 13 anni fa. Nel 2001 Ugo Sposetti, per anni tesoriere del Pci-Pds-Ds, oggi senatore Pd e presidente della Fondazione Ds, si trovava alle prese col debito del partito: 447 milioni di euro. Di questi 125 milioni di euro provenivano da mutui concessi a l’Unità da: Bnl, Intesa, Ifibanca, (oggi Banco popolare). Debiti che non preoccupavano più di tanto i vertici dei Ds, perché avevano una garanzia a prova di crack: quella dello Stato. Quando la Quercia, nel 2002, chiama in aiuto un pool di consulenti tecnici per capire come evitare un fallimento che sembra sicuro, i maghi dei conti lo scrivono nero su bianco, in un documento riservato: l’obiettivo è «trasferire il debito del partito derivante dai mutui editoria, allo Stato, il quale peraltro ne è già garante».
Come è possibile? Grazie ad un legge, varata nel 1998 dal governo Prodi, che permette di trasferire la garanzia posta dallo Stato fin dal 1987 sui debiti dei quotidiani di partito. Specifica la legge: siccome la Fondazione Ds è inadempiente, allora paga lo Stato, con tanto di interessi di mora. La Fondazione, che ancora oggi garantisce circa 4 milioni di euro di contributo pubblico ha ancora una montagna di debiti, ma prima della nascita del Pd (furbescamente) ha ceduto tutto il suo patrimonio a un gruppo di 55 fondazioni locali. Alcune banche, tra cui Unicredit, per avere indietro i propri soldi oggi contestano proprio questa operazione di “sparizione”. E chiedono alle fondazioni locali di entrare in possesso di alcuni immobili (due in Friuli, uno a Bergamo, uno a Pomigliano).
La cattiva pratica di far debiti, e non pagarli, a l’Unità non è passata di moda e chissà perchè, quando nel nostro paese c'è nascite di leggi dementi, c'è sempre di mezzo il mortadella al secolo Romano Prodi! Poveri noi, siamo un colabrodo da mille buchi e continuare a pagare per sanare non si sa cosa, è come se dessimo l'acqua al mare.